Il selfie, l'autoritratto e l'atto liberatorio di raccontarsi.

Il selfie non è un autoritratto, anche se entrambi possono essere considerati forme di autorappresentazione. E non bisogna confondere le due cose. L'autoritratto è un modo per far funzionare la macchina fotografica da sola , devi inquadrare senza il soggetto, dare un tempo di attesa , correre verso il punto di inquadratura e lasciare che la macchina scatti la foto. Non ti vedi mentre lei scatta , non puoi cambiare espressione, non vedi il tuo corpo in diretta decidendo come muoverlo, non puoi valutare quali saranno il tuo sorriso e il tuo sguardo . A quel punto non hai altra scelta che essere te stesso abbandonando la tua controfigura.
L'autoritratto può essere considerato un atto liberatorio per molte ragioni. Innanzitutto, l'autoritratto permette all'artista di esprimere se stesso e la propria visione del mondo attraverso l'arte. In questo senso, l'autoritratto diventa un modo per l'artista di affermare la propria esistenza e la propria individualità.
Inoltre, l'autoritratto può essere un modo per l'artista di esplorare la propria identità e di superare i propri limiti. In questo senso, l'autoritratto diventa un atto di auto-riflessione che consente all'artista di esplorare il proprio mondo interiore e di mettere in discussione le proprie convinzioni e le proprie idee.
Infine, l'autoritratto può essere un atto di sfida alle norme sociali e culturali. In molte società, la rappresentazione di se stessi è regolamentata da rigide norme sociali e culturali. L'autoritratto può diventare un modo per l'artista di sfidare queste norme e di affermare la propria autonomia e la propria libertà.
In sintesi, l'autoritratto può essere considerato un atto liberatorio perché permette all'artista di esprimere se stesso, di esplorare la propria identità e di sfidare le norme sociali e culturali. 

marco rilli